Durante il lockdown imposto dal coronavirus è nata Elikya, una iniziativa dei padri comboniani per “ritornare all’essenziale della Parola in chiave missionaria e per vivere davvero questi tempi di paura e chiusura. Per tornare a intravedere la speranza di una nuova creazione”
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Elikya è la speranza del Vangelo senza confini. E’ la ‘speranza’, perché è quello che significa Elikya, tradotto dalla lingua lingala, parlata nella Repubblica Democratica del Congo. Ed è Vangelo per le esperienze missionarie offerte agli ascoltatori ogni giorno dai padri comboniani con un programma quotidiano, grazie al quale, “giorno dopo giorno, il Vangelo missionario entra nelle case”. Attraverso Elikya, sulla piattaforma Spreaker, che si propone come una social web radio, quotidianamente si offrono testimonianze “che possono alimentare la speranza in tutti i modi possibili”, spiega fratel Claudio Parotti, missionario comboniano, che oggi vive a Palermo, dopo più di 12 anni nella costa colombiana sull’Oceano Pacifico.
La Parola di Dio per alimentare la speranza
“Come missionari comboniani – racconta Fratel Claudio – ci siamo ritrovati durante la pandemia, come tutte le persone responsabili, a rimanere chiusi, si doveva però, allo stesso tempo, alimentare la speranza in tutti i modi possibili, e tra questi c’era la Parola di Dio. Ecco come è nata questa idea, che poi si è concretizzata, di far arrivare a più gente possibile il Vangelo che propone la Chiesa ogni giorno, il testo del Vangelo, con un breve commento, e non solo da parte dei comboniani, ma, pur mantenendo il taglio missionario, anche da parte di altre persone, alcune delle quali provengono da varie parti del mondo”.
Il Covid vissuto come occasione per ritrovare le priorità
Pandemia e lockdown, secondo il missionario, dovrebbero essere vissuti, pur nella loro drammaticità, se possibile, anche come un’opportunità. “Certo nella vita concreta non è facile, considerando i tanti morti – continua – però sicuramente tante persone hanno accettato la quarantena, ed è diventata un’occasione anche per ridare qualità ai rapporti, per rivedere certe priorità. Io spero che anche per le comunità religiose, di vita religiosa, sia una opportunità per ritrovare ciò che davvero è innegoziabile, ciò che davvero è molto importante. Ecco, forse la pandemia ci spinge proprio a fare dei passi concreti”.
Il Vangelo come proposta di vita
Elikya è dunque l’espressione della missionarietà al tempo della pandemia, “e non è uno slogan”, insiste Parotti. “Noi cerchiamo di far sì che diventi uno stile di vita, il Vangelo è una proposta di vita, di vita condivisa, necessaria anche a dare senso, soprattutto in questo tempo di pandemia, alla propria vita e a quella delle persone che ci circondano”. Elikya non è l’unica espressione radiofonica dei comboniani, che hanno all’attivo il Gr Africa, le principali notizie dal continente a cura della redazione di Nigrizia, la loro rivista mensile, e poi c’è il settimanale Uacanda, ponte tra Africa ed Europa con uno sguardo anche alle popolazioni afroamericane e afroeuropee.
Il messaggio profetico di San Daniele Comboni
“Nel 1872 – conclude Fratel Claudio – Daniele Comboni (missionario e vescovo cattolico fondatore dei missionari e delle missionarie comboniani, canonizzato da San Giovanni Paolo II nell’ottobre del 2003 ndr) pensava già a quanto fosse importante che in Europa, in Italia, si imparasse a conoscesse veramente l’Africa . Quello che per noi era un messaggio ‘profetico’, per alcuni era abbastanza ‘ fuori di testa’, resta però questo interesse di coinvolgerci verso le popolazioni che più sono in difficoltà”.