Roma – Dopo circa due settimane dall’approvazione definitiva del c.d. decreto Cutro (Dl n. 20/2023, convertito in Legge 5 maggio 2023 n. 50) è giunta nei giorni scorsi una nota tecnica dell’Unhcr in cui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati commenta il testo sottolineandone i punti critici. Anzitutto si riconosce alle autorità italiane le difficoltà del caso, e anche lo sforzo compiuto “nell’individuare soluzioni per rispondere alla pressione migratoria e preservare l’integrità e l’efficienza del sistema di asilo, nell’interesse delle persone con bisogni di protezione internazionale”. Sulle procedure di frontiera e trattenimento dei migranti, l’Unhcr spiega che “possono essere esaminate in tempi più ristretti e in frontiera quelle domande di protezione internazionale che, in una fase iniziale di raccolta delle informazioni e registrazione, appaiano manifestamente infondate”. Mentre il trattenimento “sarà ammissibile nel caso di domande manifestamente infondate, per un periodo limitato, e in ogni caso non eccedente le quattro settimane, allo scopo di concludere l’esame della domanda, fatta salva l’applicabilità delle previste garanzie legali e procedurali”. Le Nazioni Unite esprimono anche “profonda preoccupazione” per l’eliminazione, con il decreto Cutro, dei servizi alla persona – come il supporto psicologico, l’informazione e l’orientamento legale, l’orientamento al territorio e la somministrazione di corsi di lingua italiana – e raccomanda la reintroduzione dei servizi. Infine l’Unhcr si sofferma anche sulle forme complementari di protezione, come la protezione speciale, eliminata proprio con il decreto Cutro: “Si ribadisce la necessità di garantire una forma di protezione complementare alle persone che, in caso di rientro nel proprio Paese, rischino una violazione dei propri diritti fondamentali, così come tutelati dal sistema di protezione dei diritti umani internazionale e regionale”. (Alessandro Pertici)
FIDES
- ASIA/PAKISTAN - Un giovane cristiano condannato a morte per presunta blasfemia via WhatsApp
Bahawalpur - Nouman Asghar, 24enne cristiano della città di Bahawalpur, in Punjab, è stato condannato a morte per blasfemia oggi, 30 maggio, da un […]
- AFRICA/SUDAN - Tra i bombardamenti in diverse località la tregua è stata rinnovata per altri 5 giorni
Khartoum – La tregua tra le forze armate sudanesi e le forze di supporto rapido , entrata in vigore il 22 maggio scorso e prevista della durata di […]
- ASIA/PAKISTAN - Liberare dalle catene i “moderni schiavi”: la missione di un parroco in Punjab
di Paolo AffatatoFaisalabad - Ci sono cinque famiglie cristiane intrappolate nella rete del "lavoro schiavo" nelle fabbriche di argilla che […]
- AFRICA/CIAD - La Conferenza Episcopale: “Basta far scorrere sangue e lacrime dei ciadiani”
N’Djamena – “Il sangue e le lacrime dei ciadiani sono scorsi abbastanza e devono finire” avvertono i Vescovi del Ciad in un memorandum […]
- VATICANO - Dal 31 maggio al 6 giugno l’Assemblea generale annuale delle Pontificie Opere Missionarie
Ciampino - Si apre domani, mercoledì 31 maggio, l’Assemblea Generale Annuale delle Pontificie Opere Missionarie , i cui lavori proseguiranno fino […]
LE MONDE
- Au Burkina Faso, le capitaine Ibrahim Traoré, le président énigmatique qui défie la France
Maîtrisant sa communication d’une main de fer, le leader de la junte se tourne désormais vers la Turquie et la Russie, son nouvel allié politique et stratégique.
- Génocide au Rwanda : le souvenir du massacre de l’église de Nyange hante encore ses habitants
Arrêté en Afrique du Sud, Fulgence Kayishema est accusé d’avoir planifié avec d’autres l’assassinat, le 15 avril 1994, de près de 2 000 Tutsi réfugiés dans l’édifice.
- Ousmane Sonko : « A Dakar, j’ai été séquestré »
Au Sénégal, des heurts ont éclaté entre jeunes et forces de l’ordre dans la capitale. Le principal opposant à Macky Sall s’est exprimé sur sa page Facebook.
- Arrestation du journaliste Ihsane El-Kadi : « L’Algérie est un idéal plus vaste que le cachot qu’elle est en train de devenir »
Un collectif d’intellectuels, dont Noam Chomsky, Annie Ernaux, Ken Loach et Arundhati Roy, appelle, dans une tribune au « Monde », à la libération du journaliste algérien Ihsane El-Kadi, injustement détenu et condamné.