Torino – Parte oggi a Torino un mese di eventi con al centro il tema dell’accoglienza. Si tratta del Festival dell’Accoglienza promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi e che si snoderà sull’intero territorio.

Il festival riveste un ruolo importante per questa città, con uno sguardo anche alla realtà nazionale in un tempo di arrivi significativi, ha detto mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes: “arrivi che portano sempre più ad un incontro e l’incontro, ogni incontro nuovo con persone nuove, rappresenta una ricchezza ma anche fatica. Il tema della mobilità ha segnato e segna ancora oggi la storia economica, politica, culturale del nostro Paese. Una storia che va letta con occhi nuovi per evitare letture ideologiche che ne cambiano la fisionomia. È questo è stato ed è uno degli impegni costanti della Migrantes, la Fondazione della CEI nata 36 anni fa per essere a fianco di coloro che sono in mobilità”. Mons. Felicolo ha evidenziato come l’attenzione ai fatti è un “presupposto importante per la crescita di un interesse pastorale e sociale e per una lettura del fenomeno migratorio. Studiare, informare e formare sono le parole chiavi che aiutano a costruire una nuova relazione diffusa e intelligente, con un’attenzione preferenziale ai più deboli come i migranti  che arrivano, spesso, nelle nostre città e rimangono ai margini”. Per mons. Felicolo “solo l’incontro aiuta a costruire relazioni che vincono la paura, aprono al confronto, invitano al dialogo. Le città crescono nella misura in cui si riconoscono le persone che nascono, crescono e vivono in esse. Ecco perché è importante, sul piano culturale, un’azione di sensibilizzazione e di formazione che aiuti a superare luoghi comuni, pregiudizi che creano ancora di più distanze tra la città e i poveri”. Bisogna “accompagnare il cambiamento con segni di speranza nei nostri territori”. Il direttore generale della Migrantes ha quindi parlato dell’importanza della cittadinanza  in relazione al fenomeno migratorio nel nostro Paese che vuol dire “riconoscere, proteggere e attribuire diritti a tutela dell’identità culturale come bene costitutivo della dignità umana”. La cittadinanza è “il primo segno di accoglienza nelle nostre città dove possono e debbono convivere uomini e donne con lingue e cittadinanze di origine diverse”.