Per le prime comunità cristiane l’incontro con lo straniero e la sua inclusione è fondamentale: esse sono chiamate – fin dall’inizio – ad aprirsi ai popoli di altre culture, superando barriere etniche e giuridiche.

Nell’incontro con gli stranieri Gesù non esita a rompere con la sua stessa cultura di origine e, superando le iniziali e normali resistenze, si lascia coinvolgere in relazioni nuove e rinnovanti per sé e per gli altriàL’incontro di Gesù con una donna siro-fenicia (Mc 7,24-30; Mt 15,21-28) o con il centurione di Cafarnao (Lc 7,1-10; Mt 8,5-13), la parabola del Samaritano (Lc 10,29-37), il racconto di quell’unico lebbroso – un Samaritano – che torna a ringraziare (Lc 17,11-19), il giudizio universale (Mt 25,31-46), la Pentecoste (At 2,1-4)

Tali movimenti di popolazioni producono, comunque, incontri-scontri che ne cambiano fisionomia, identità e caratteristiche

àIslam e la sua espansione (600 d.C.); le Crociate (1000-1300); (nel 1215 il Concilio Lateranense IV, can. 9, obbliga i vescovi a fornire ai fedeli di diversa nazionalità o rito, presenti sul proprio territorio, adeguata assistenza religiosa con sacerdoti della stessa lingua o rito àXse nazionali);

le guerre di religione (1500); la scoperta del Nuovo Mondo con annientamento di milioni di indigeni americani; 20 milioni di africani deportatati come schiavi nel Nuovo Mondo… sostituiti poi dai migranti… 180 milioni di persone dall’Europa verso le Americhe dal 1800 al 1940… milioni di rifugiati post 2 Guerra e di lavoratori per la ricostruzione nel secondo dopo guerra… e fino ai giorni nostri