• I rifugiati invadono l’Europa e l’Italia. In Europa e in Italia predomina l’idea dell’invasione di una massa incalcolabile di richiedenti asilo, ma i numeri raccontano un’altra La guerra in Siria e Iraq ha costretto alla fuga oltre frontiera circa 5 milioni di profughi, altri milioni all’interno dei due paesi. L’invasione dell’Ucraina ne ha obbligati a fuggire circa 8 milioni, di cui quattro nell’UE.

A parte questi ultimi, solo una modesta minoranza secondo i dati dell’UNHCR (2023), in genere i più attrezzati e selezionati, arrivano in Europa, ma questo basta a scatenare paure e rifiuti. In realtà 80% delle persone in cerca di asilo (110 milioni) trova accoglienza in paesi intermedi o in via di sviluppo, un terzo circa nei paesi più poveri in assoluto. In maggioranza sono sfollati interni (63 milioni), accolti in altre regioni dello stesso paese, chi attraversa una frontiera nel 70% dei casi si ferma nel paese confinante.

I paesi più coinvolti nell’accoglienza sono Turchia (4 mln), Iran (3,4), Colombia (2,5), Germania (2,1), Pakistan (1,7), Uganda (1,5 mln).

Il 70% dei richiedenti asilo vengono da 5 Paesi: Siria (7 mln), Venezuela (5 mln), Afganistan (3 mln), Sud Sudan (2,5 mln), Myanmar (1,5 mln).

Nel 2021, prima dell’invasione dell’Ucraina, secondo i dati Eurostat l’UE accoglieva meno del 10% dei rifugiati del mondo, e anche ora non raggiunge il 15%. La Germania è l’unico paese dell’UE a figurare tra i primi dieci al mondo per numero di rifugiati accolti.

In rapporto agli abitanti, il Libano accoglie un rifugiato su sette abitanti; la Giordania uno su 16; il Montenegro uno su 19. All’interno dell’UE, la Svezia ne accoglie uno su 40; Malta uno su 56. L’Italia è sotto la media, con un rifugiato su 175 abitanti.

Meloni e alleati rilanciano spesso la leggenda dell’Italia “campo profughi d’Europa”: affermazione contraddetta dai dati Eurostat, secondo cui nel 2022 la Germania ha ricevuto

218.000 richieste d’asilo, la Francia 137.000, la Spagna 116.000, l’Italia 77.000.

I richiedenti asilo non arrivano soltanto dal mare. Sbagliato ed esagerato anche parlare di emergenza senza precedenti. Nel 2015 e 2016 nell’UE le richieste di asilo hanno superato il milione: 1.321.000 nel 2015 e 1.259.000 nel 2016, a causa soprattutto della guerra in Siria ed è stata la Germania ad accoglierne gran parte. In Italia nel 2014-2017 gli sbarchi hanno superato sempre le 100.000 unità all’anno, prima dei controversi accordi con la Libia.

Secondo il Viminale, le persone sbarcate sulle coste italiane lo scorso anno sono state 157.651 (di cui 17.319 minori), che è anche il terzo dato più elevato dal 2008 a oggi, inferiore solo ai 181 mila del 2016 e ai 170 mila del 2014.

Gli sbarchi, sempre secondo i dati del Viminale, hanno coinvolto solo in minima parte le navi delle ong, chiamate “taxi del mare”: solo il 6%, infatti, appena 8.904 persone, hanno raggiunto le coste italiane a bordo delle imbarcazioni come Open Arms, Sea Watch e Mediterranea, spesso dirottate lontano dai principali porti che affacciano sul Nordafrica per ostacolare la loro opera di salvataggio.