Giù le mani dall’Africa” è stato il grido lanciato da Francesco nel suo primo discorso nella Repubblica Democratica del Congo, quello davanti alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico, quando il Papa ha chiesto di rispettare sia il Paese che il Continente, di non “soffocare più” una nazione che “non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”, e quando ha invocato che l’Africa divenisse “protagonista del suo destino”

Francesco: giù le mani dall’Africa, sia protagonista del suo destino

Oggi quel discorso, così come tutti quelli pronunciati da Francesco prima nella Repubblica Democratica del Congo e poi nel Sud Sudan, durante il viaggio dal 31 gennaio al 5 febbraio, sono raccontati in un volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana che raccoglie anche le testimonianze di chi il Papa in quei giorni lo ha incontrato. Parole drammatiche, soprattutto pronunciate a Kinshasa, dalle vittime di una feroce ed inaudita violenza, ma anche parole di perdono e rinascita. La scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie ha scritto la prefazione al volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

“Giù le mani dall’Africa” aggiungerei, dice P. Zanotelli, quello che dice sempre Papa Francesco, “porre mano all’Africa”. E quindi finiamola con le esperienze coloniali, neocoloniali, neoliberiste e invece diamo una mano a questo continente per rimettersi in piedi. Io, proprio in questo momento drammatico in cui si sta rifiutando l’altro, soprattutto il volto nero, vorrei ricordare prima di tutto una cosa molto semplice che ormai ci dice la scienza: l’Homo sapiens è nato in Africa orientale, quindi è incredibile quanto allora diventi importante anche antropologicamente. L’Africa, invece, è stato il continente più bastonato di questi secoli. E Papa Francesco ha ragione! “Giù le mani dall’Africa”, è la prima cosa che deve essere fatta. Basta davvero con questo sfruttamento, con le guerre.

(Vatican News)