Un pilastro per l’economia italiana, l’imprenditoria migrante. Un pilastro che cresce nel tempo, in un tempo in cui invece il numero delle imprese nel nostro paese subisce un calo. A dirlo è il Rapporto immigrazione e imprenditoria 2024, realizzato dal Centro studi e ricerche Idos, che dal 2014 racconta e valorizza il contributo economico della presenza migrante nel campo imprenditoriale.
Numeri e crescita: un trend contrario
Secondo quanto riportato nel report, le imprese a guida di donne e uomini immigrati in Italia nel 2024 erano 659.709. Una presenza che registra una crescita del 32,7% negli ultimi dieci anni e che rappresenta l’11,1% del totale delle imprese presenti nel nostro paese. Crescita in direzione ostinata e contraria rispetto all’andamento generale dell’imprenditoria italiana, che nello stesso periodo ha subìto un calo dell’1,7%.
Provenienza e settori principali
In testa al pilastro imprenditoriale migrante troviamo l’Africa, con il Marocco, poi Romania e Cina. Gli uomini e le donne marocchine (58.273) confermano la loro vocazione commerciale, visto che il 72% delle loro imprese individuali sono dedite proprio al commercio. Settore oramai tradizionale per chi viene da fuori, seguito dall’edilizia.
Diversificazione dei settori imprenditoriali
In questi ultimi dieci anni però, anche il campo imprenditoriale migrante è cambiato, si sono registrati forti incrementi nei settori dell’alloggio e ristorazione (+57,6%), dei servizi alla persona (+101,6%), delle attività scientifiche e tecniche (+56%) e della sanità e assistenza sociale (+77,6%).
Evoluzione strutturale: dalle ditte individuali alle società di capitale
Secondo Idos, la maggior parte di queste realtà imprenditoriali immigrate (73%) continua a essere costituita per lo più da ditte individuali, anche se i numeri raccontano un’evoluzione strutturale importante: le società di capitale sono infatti aumentate del 160% nell’ultimo decennio. Segnalando come questa presenza abbia acquisito negli anni una crescente solidità finanziaria e competitività.
Distribuzione geografica e crescita nel Mezzogiorno
Benché diffuse in varie regioni, le imprese che vedono a capo migranti continuano a essere collocate soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Anche se il Mezzogiorno registra un’accelerazione nella presenza di queste realtà imprenditoriali.
In particolare, tra il 2013 e il 2023, il report sottolinea la crescita dell’imprenditoria immigrata in Campania (+ 72,8%) e in Puglia (33,8%). Così se Roma e Milano continuano a essere le città nevralgiche per presenza di queste realtà imprenditoriali, Napoli e Caserta emergono con una tendenza a espandersi per numero.
Imprenditoria femminile: una crescita significativa
Continua poi il trend di crescita delle imprese guidate da donne immigrate: l’imprenditoria femminile è infatti aumentata del 37,8% negli ultimi dieci anni. Un trend che, anche in questo caso, spicca se paragonato al calo del 7,3% registrato dalle imprese femminili guidate da italiane nello stesso arco di tempo.
Innovazione e diversificazione delle donne imprenditrici
Secondo il report le donne nate all’estero non si limitano a creare occupazione, ma sanno introdurre modelli di business nuovi, che diversificano l’economia. Spaziano dal commercio e la ristorazione ai servizi alla persona (una voce che in questi ultimi dieci anni è cresciuta di un 101,6%), alle attività professionali (+69,1%) e alla sanità (+75,3%).