È stato presentato a Roma il XXXIV Rapporto immigrazione incentrato sulla condizione dei Giovani stranieri in Italia. “L’accoglienza da sola non basta più, bisogna imparare a camminare insieme se si vuole crescere nella speranza”
L’Italia che cambia ha il volto dei giovani di origine straniera. Sono figli e figlie di immigrati, molti nati e cresciuti nel Paese e che oggi rappresentano una nuova generazione di italiani di fatto, anche se non sempre di diritto. A loro è dedicato il Rapporto Immigrazione 2025 curato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, significativamente intitolato “Giovani, testimoni di speranza”.
Cittadini non riconosciuti
Spiega ai media vaticani monsignor Carlo Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana: “Da anni ,purtroppo, si parla dello ius soli o delle varie forme per dare una cittadinanza italiana a questi ragazzi che ormai sono davvero molti. Nelle scuole rappresentano oltre l’11% della popolazione studentesca e sono ragazzi che si stanno integrando nella realtà o sono già perfettamente integrati. Noi a volte ci accorgiamo dei giovani stranieri solo quando – per fortuna – aiutano le squadre nazionali a vincere”.
Una società in metamorfosi
Tra il Giubileo del 2000 e quello del 2025, la mobilità umana ha trasformato profondamente la società italiana: scuole, città, famiglie, economia e cultura portano ormai i segni di un mosaico multiculturale che non è più un’eccezione, ma la nuova normalità. Oggi in Italia vivono oltre 5,4 milioni di cittadini stranieri, pari al 9,2% della popolazione. Le loro storie, spesso intrecciate con quelle di italiani di seconda generazione, raccontano la sfida di chi cerca riconoscimento e appartenenza, ma anche la promessa di un futuro condiviso. “Non si può riservare agli stranieri un’attenzione semplicemente strumentale. Non si può dire ‘siccome ci servono li facciamo venire’. – ribadisce monsignor Redaelli – Piuttosto bisogna tener conto di un cammino da fare insieme, senza dimenticare che molti di loro vengono da situazioni di guerra o di disagio legato all’ambiente o alla povertà”.
Demografia e lavoro.
Gli stranieri tengono in piedi l’Italia
Senza l’apporto dei migranti, l’Italia sarebbe un Paese più vecchio e più vuoto. Nel 2024 oltre il 21% dei nuovi nati aveva almeno un genitore straniero, e 217 mila persone hanno acquisito la cittadinanza italiana. Sul piano economico, i lavoratori immigrati sono oltre 2,5 milioni (10,5% del totale). Svolgono ruoli cruciali nei settori dell’agricoltura, dell’industria, dei servizi e della cura, ma restano spesso intrappolati nella precarietà e nello sfruttamento.